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Da un punto di vista pratico, i genitori condizionano le abitudini alimentari dei figli in diversi modi. Nel modo, per esempio, in cui scelgono cosa portare a tavola oppure no, o dando indicazioni esplicite sul cibo, indirizzando i propri figli a sperimentare o, al contrario, ponendo loro divieti e limiti.
Dal momento che questo condizionamento prende l’avvio da prima della nascita, per protrarsi quindi negli anni a seguire, ecco che nei fatti si sviluppano e si plasmano i gusti individuali. ร infatti piรน probabile che piaccia quanto siamo giร abituati a mangiare, dando per scontato che quanto siamo abituati ad assumere sia necessariamente buono e corretto, dal punto di vista alimentare.
L’impatto del modello genitoriale sulle abitudini alimentari
I genitori influenzano poi il rapporto dei figli con il cibo anche su altri livelli. Innanzitutto, tramite l’esempio che propongono. Un genitore che patisce un rapporto conflittuale con cibo e alimentazione potrebbe trasmettere, almeno in parte, questa conflittualitร ai figli. Alla stessa maniera, un genitore che ritiene l’alimentazione un’esperienza di gioia e nutrimento puรฒ trasmettere anche ai propri bambini questa stessa serenitร .
Si stabiliscono infatti associazioni molto profonde tra una situazione, positiva o negativa, e un determinato tipo di cibo. I genitori sono in grado di influenzare queste associazioni: se il pasto consumato in famiglia รจ un momento di gioia e condivisione, il rapporto dei figli con il cibo avrร una connotazione positiva. Se attorno alla tavola si accendono liti e scontri, anche il rapporto che i figli svilupperanno con il cibo sarร macchiato da emozioni negative.
Educazione alimentare e figli
Sarebbe opportuno porre estrema attenzione ad alcune frasi tipiche, e all’apparenza innocue, che sono pronunciate quando un genitore si accorge che il proprio bambino non mangia abbastanza, oppure rifiuta il cibo in modo categorico.
• “Devi mangiarlo! L’ho preparato apposta per te” Questa frase in genere fa scattare il senso di colpa. Sarebbe piรน utile, al contrario, dire: “Guarda che cena meravigliosa questa sera! C’รจ la pasta che ti piace tanto e, in piรน, c’รจ un condimento che sicuramente ti farร venire l’acquolina in bocca. Senti che buon odorino!”
• “Se non mangi, allora vuol dire non mi vuoi bene!”, oppure: “Guarda che se non mangi non ti voglio piรน bene!” La minaccia di non ricevere piรน l’affetto del genitore รจ terribile per un bambino, proprio come l’idea che mangiando si dimostra l’amore verso di lui. Il nutrirsi, il cibo, non devono diventare una merce di scambio.
• “Fai il bravo, finisci tutta la pappa!” Il mangiare in questo caso diventa un fatto di bravura, e chi non mangia รจ cattivo. Far passare questo messaggio non รจ corretto, perchรฉ il cibo viene scollegato dalla sua funzione principale: quella di fornire nutrimento.
• “Impara da tuo fratello, lui non fa tutte queste storie!” Questa frase, oltre al giudizio negativo (perchรฉ chi non mangia non รจ bravo e quindi รจ cattivo), puรฒ suscitare la gelosia nei confronti di fratelli e sorelle.
• “Se mangi le verdure, ti do un cioccolatino!” Il cibo in tavola non puรฒ essere oggetto di baratto, altrimenti si trasmette l’idea che non sia per niente buono. Il bambino poi potrebbe imparare a sfruttare la questione a suo vantaggio, rifiutandosi di mangiare qualcosa ogni volta che desidera un dolcetto.
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Allo scopo di fornire una educazione alimentare ai propri figli, oltre a un’analisi su eventuali problematiche nel proprio rapporto con il cibo, e accanto alla necessitร di dare il buon esempio, i genitori hanno due importanti strumenti: fornire un’alimentazione sana (caratterizzata ad esempio dalla presenza di verdura, frutta, pesce, carne bianca) e far praticare attivitร fisica ai bambini con regolaritร .
Se, perรฒ, uno dei due genitori percepisse o sospettasse un qualche aspetto problematico legato al rapporto con il cibo, sarebbe opportuno ricorrere al supporto psicologico cosรฌ da poter chiarire alcuni aspetti irrisolti di sรฉ.
Raffaella Pantini
foto : pixbay
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