I benefici della psicoterapia nella terza età

Molti decenni fa importanti scuole di pensiero psicologico ritenevano che proporre un percorso di psicoterapia ad un soggetto anziano non fosse molto utile così come occuparsi del proprio disagio a livello spirituale e mentale poiché andava supportato prevalentemente attraverso la terapia psicofarmacologica.
Progressivamente, però, nell’ambito della psicologia, l’opinione è mutata anche per la nascita di indirizzi un tempo inesistenti, come la psicologia della salute e la psicologia positiva ma soprattutto per il maggiore peso che nella società attuale viene assegnato alle risorse del paziente, alle sue capacità di recupero e resilienza, di forza e di impiego delle proprie abilità.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’età della senescenza graduale viene compresa tra i 65 e i 75 anni, mentre quella conclamata va dai 75 anni in avanti, fino ad arrivare ai 90 anni. Da ciò ne consegue che la vecchiaia ha inizio a 65 anni. In realtà, negli ultimi anni, tale limite temporale è stato spostato più avanti in quanto la maggior parte delle persone dai 65 anni in poi sono individui che godono di una discreta condizione di salute fisica e sono in piena attività.
L’evoluzione verso un progressivo allungamento della vita può essere considerata contemporaneamente un trionfo e una sfida. La sfida consiste nella necessità di gestire le problematiche connesse all’invecchiamento, in modo da poter garantire a questa fascia sempre più numerosa della popolazione una dignitosa qualità di vita.

Bisogna sempre considerare che l’anziano si differenzia da una persona giovane adulta per modificazioni che intercorrono a livello fisico, cognitivo, esperienziale e di regolazione somatico-affettiva. L’invecchiamento può infatti essere definito come processo, o insieme di processi, che hanno luogo in un organismo vivente e che con il passare del tempo ne diminuiscono la probabilità di sopravvivenza.

L’invecchiamento va comunque distinto dalla malattia poiché porta con sé cambiamenti universali e non reversibili, ma non necessariamente invalidanti.
Un aspetto di fondamentale importanza, al di là delle considerazioni sociologiche o statistiche, consiste, però, nel focalizzare l’attenzione sulla soggettiva condizione della persona anziana. Non tutti, infatti, si percepiscono così attivi, giovani, con una molteplicità di cose da fare, occupazioni ed interessi. Con l’avanzare dell’età può aumentare nell’anziano la paura di non farcela più solo con le proprie forze e capacità, di incorrere in incidenti o malattie, di rimanere privo di risorse economiche e anche manifestarsi il timore di rimanere in solitudine dal momento che in genere familiari e/o amici più cari hanno sempre poco tempo a disposizione perché sempre molto impegnati.

Ci possono essere diverse motivazioni che spingono una persona anziana a ricercare e richiedere un supporto, un sostegno psicologico per un confronto e per essere ascoltati e compresi.
Bisogna considerare che a volte l’anziano vive da solo e lontano dai familiari e può anche avere difficoltà a muoversi. In queste situazioni non ha nessuno con cui parlare e confrontarsi o raccontare di sé e della sua esperienza di vita. Proprio per non incorrere nel rischio di rinchiudersi in se stesso e lasciarsi andare, è utile che trovi la forza e il coraggio di chiedere aiuto allo psicoterapeuta per essere supportato.


Nel periodo della terza età possono insorgere stati depressivi, sentimenti di solitudine, di abbandono e di vuoto, sensazione di vulnerabilità, timori riguardanti la propria condizione fisica e mentale, auto-accuse relative al passato, stati di ansia e malessere generalizzato o altre problematiche che possono avere un impatto consistente su funzioni vitali di base come l’alimentazione o il sonno.
Si diventa anziani con proprie caratteristiche e con peculiari necessità in base alla propria personalità ed alle esperienze di vita vissute.
Tra i diversi ostacoli che l’individuo anziano incontra nella decisione di rivolgersi allo psicoterapeuta vi è quello che riguarda l’aspetto logistico ovvero gli spostamenti per raggiungere lo studio del terapeuta. Dal momento che al giorno d’oggi si è notevolmente diffusa l’abitudine di svolgere psicoterapie online, l’aspetto logistico non rappresenta più un reale problema.
Inoltre, la terapia psicologica e la terapia farmacologica non dovrebbero mai essere viste in contrapposizione. In alcuni casi potrebbe essere molto utile, infatti, affiancare ad antidepressivi dei colloqui di sostegno psicologico, così come impostare una cura che preveda il doppio binario allo scopo di offrire alla persona anziana maggiore supporto e maggiore sicurezza.
Come si può comprendere la psicoterapia può essere molto utile per aiutare le persone anziane sia per gestire i sintomi ansioso-depressivi che possono insorgere con l’invecchiamento sia per ristrutturare quelle credenza negative su di sé che alimentano il malessere, nonché a rafforzare le risorse del paziente e la sua capacità di far fronte ai cambiamenti collegati all’età.
Va sempre tenuto presente che l’età, infatti, non costituisce un limite per poter intraprendere questo tipo di percorso e a volte può diventare proprio l’occasione per affrontare problemi e credenze disfunzionali su di sé che hanno origini antiche e che sono state esacerbate dall’invecchiamento.
Dr. Raffaella Pantini
foto : instagram

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