Famiglia funzionale e famiglia disfunzionale
Di recente ho parlato del ciclo di vita della famiglia e degli eventi critici che la stessa deve affrontare e superare per poter crescere ed evolversi in modo da poter effettuare il passaggio alla tappa successiva. Ora vorrei mettere a confronto la famiglia funzionale con quella disfunzionale ed evidenziare alcune caratteristiche che possono differenziarle.
La famiglia rappresenta il nucleo di base in cui ognuno di noi cresce e si sviluppa. Di conseguenza essa lascia un’impronta molto profonda dentro di noi e condiziona il nostro modo di vivere e di rapportarci al mondo esterno. Quando si costituisce una nuova famiglia vi è infatti la tendenza a reiterare i modelli relazionali appresi durante l’infanzia.
Una famiglia funzionale cercherà sempre di stimolare l’adeguato sviluppo dei suoi componenti, consentendo a ciascuno di manifestare le proprie capacità e la propria individualità. Al contrario, una famiglia disfunzionale costituirà un ambiente prevalentemente tossico sia intellettualmente sia emotivamente ed avrà la tendenza ad invalidare ed ostacolare la crescita dei suoi membri fino al punto di incrementare lo sviluppo di differenti sintomi psicopatologici.
La famiglia rappresenta un gruppo sociale e come tale ha il compito di compiere specifiche funzioni di base come la funzione biologica (si tratta dell’insieme di norme che regolano l’attività riproduttiva dei membri adulti da parte della società e la famiglia è uno dei modelli di riferimento); quella economica (si intende il mantenimento dei componenti non produttivi come i bambini e gli anziani e la suddivisione dei ruoli e dei compiti domestici); socioeducativa (come primo luogo in cui prende l’avvio la socializzazione dell’essere umano, la famiglia ha la responsabilità di trasmettere il sistema di valori e modi di comportarsi alle generazioni future allo scopo di poter offrire loro gli strumenti necessari per l’ingresso nella società e l’osservanza delle regole); psicologica (la famiglia deve rappresentare il sistema in cui i membri possono sentirsi accettati, protetti, rispettati quindi tale funzione fa riferimento alla capacità della stessa di riuscire a soddisfare le esigenze intellettuali ed emotive dei propri componenti).
Da ciò ne consegue che una famiglia funzionale non deve solo essere capace di gratificare i bisogni materiali di base di ognuno dei suoi membri ma deve essere anche in grado di offrire il supporto emotivo di cui necessita ed accertarsi che sviluppi ed incrementi le proprie potenzialità e capacità individuali.
La famiglia funzionale è in grado di svolgere adeguatamente la propria funzione economica, perciò, può garantire ai suoi componenti la sicurezza economica di cui necessitano. All’interno della stessa ogni membro si sente responsabile della realizzazione dei propri compiti ma non eccessivamente pressato e sovraccaricato da tutti i doveri familiari e ciò indica che la famiglia è capace di effettuare un’equa distribuzione delle attività domestiche. Nella famiglia funzionale è presente un equilibrio tra individuazione ed appartenenza al sistema familiare. Ciò significa che essa favorisce l’autonomia personale e sostiene l’identità di ciascun membro ma contemporaneamente accresce il senso di appartenenza al gruppo famiglia. Essa cerca sempre di limitare i conflitti interni poiché lascia spazio alla tolleranza, alla comprensione e al dialogo ma, allo stesso tempo, traccia chiari confini psicologici tra i membri per garantire una serena convivenza. La famiglia funzionale è un sistema caratterizzato da flessibilità e, nonostante siano presenti specifici ruoli e regole ben definite, è in grado di favorire l’armonia ed il benessere interno. In essa ci si attiene ad un’adeguata distribuzione dei livelli gerarchici in quanto la gerarchia tra i genitori è orizzontale (entrambi così possiedono il medesimo potere) ma è verticale nei confronti dei figli (in quanto i genitori possono organizzare ed impostare i propri standard educativi ed applicarli). Il dialogo al suo interno è sempre piuttosto chiaro ed i componenti possono esprimere liberamente i propri pensieri attraverso una comunicazione assertiva che permette loro di esternare ciò che sentono senza ferire gli altri. Di conseguenza ogni membro si sente accettato senza riserve e la famiglia per lui rappresenta una base sicura per il proprio rifornimento emotivo. Tale famiglia si evolve accanto ai suoi membri ed ogni errore commesso rappresenta un’importante esperienza di apprendimento che incrementa l’unione e la condivisione. La famiglia funzionale è un sistema piuttosto flessibile ed in grado di adattarsi alle diverse situazioni che possono modificarsi e ciò rappresenta un cammino per evolversi attraverso il cambiamento di ruoli e regole al suo interno. Se, però, di fronte ad una crisi, i suoi componenti non sono in grado di trovare un nuovo adattamento ed un più adeguato equilibrio interno, la famiglia funzionale potrebbe modificarsi in famiglia disfunzionale.
La famiglia disfunzionale favorisce la dipendenza eccessiva di alcuni suoi componenti, limitandone l’evoluzione individuale e la crescita. Stiamo parlando della famiglia iperprotettiva che accresce la dipendenza e l’insicurezza nei propri membri. Si possono stabilire invece relazioni troppo aperte fino ad annullare il senso di appartenenza alla famiglia. È ciò che in genere accade in una famiglia troppo permissiva in cui i suoi membri possono arrivare a percepire un vero e proprio sentimento di sradicamento. A volte all’interno della famiglia non vengono identificati confini chiari e specifiche regole così che i componenti non riescono a comprendere quali siano i loro diritti e doveri. Viene così a generarsi un pericoloso squilibrio di potere poiché la norma consiste nel riconoscere ad alcuni membri il ruolo dominante mentre gli altri si sentono sottomessi. In questo sistema un componente (in genere la madre) si sente sopraffatto dalle continue ed irragionevoli richieste degli altri membri. Nella famiglia disfunzionale non viene rispettata la distanza intergenerazionale e viene invertita la gerarchia di potere (il figlio può diventare quasi un despota che tende a sottomettere entrambi i genitori oppure questi ultimi confondono la gerarchia con il comportamento autoritario ed impediscono al figlio di esprimere liberamente il proprio pensiero). Di solito nella famiglia disfunzionale la comunicazione non è chiara e ciò genera diversi problemi fra i membri. La loro difficoltà di esprimere ciò che pensano o che provano (a volte reprimono pensieri ed emozioni o li manifestano in modo indiretto) li porta a mettere in atto comportamenti difensivi. All’interno di tale famiglia vengono applicati modelli di comportamento e ruoli eccessivamente rigidi e ciò ostacola l’adattamento ai cambiamenti da parte dei componenti. Può accadere infatti che, anche di fronte ad una piccola crisi, essi reagiscano con resistenza e troppa rigidità e ciò rafforza le problematiche familiari preesistenti. La famiglia disfunzionale non è in grado di soddisfare adeguatamente i bisogni affettivi e di accettazione dei suoi componenti tanto che a volte gli stessi possono sentirsi rifiutati a causa della scarsa sensibilità ed empatia del sistema familiare. A causa del basso livello di tolleranza e della mancanza di rispetto si possono generare conflitti e spesso un membro viene trattato ingiustamente, divenendo il capro espiatorio. Le dinamiche familiari sono caratterizzate da manipolazione emotiva allo scopo di mantenere il controllo sui membri e da comportamenti dannosi come il disprezzo e l’umiliazione.
Perché una famiglia è disfunzionale
La famiglia è un sistema costituito da diversi sottosistemi ovvero i suoi membri. La relazione tra i suoi componenti è talmente stretta che ogni cambiamento di uno di essi si ripercuote anche sugli altri e comporta la modifica dell’intero sistema familiare. Ad esempio, quando un membro si ammala, le dinamiche familiari subiscono modifiche e si altera l’omeostasi del sistema.
Da ciò si può comprendere che la famiglia è un insieme di interazioni e non la semplice somma dei suoi membri, perciò, quando vi sono conflitti al suo interno, non vi è un unico membro coinvolto ma è opportuno analizzare le dinamiche relazionali al suo interno. L’origine della famiglia disfunzionale non deve quindi essere ricercata in un solo componente ma bisogna sempre considerare i rapporti che si stabiliscono tra i diversi membri e la modalità con cui essi affrontano i problemi che incontrano. Dal momento che la famiglia disfunzionale è semplicemente quella che non possiede le risorse psicologiche utili per fronteggiare la convivenza in modo assertivo e adeguato all’evolversi dei suoi membri, va da sé che dinanzi ad una crisi, qualunque famiglia funzionale potrebbe divenire disfunzionale poiché non in grado di superarla e di attuare l’opportuna riorganizzazione interna.
La psicoterapia, di conseguenza, può rappresentare il percorso ottimale per supportare il sistema famiglia ad affrontare la crisi, favorendo lo scambio comunicativo tra i suoi membri in modo da agevolare il superamento dei conflitti e una più libera espressione di pensieri ed emozioni.
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