Aspetti Emotivi e psicologici dietro alla somatizzazione della pelle

grattacapo

La pelle riveste diverse funzioni: protettiva, termostatica, di senso (per il tatto, il dolore, il caldo, il freddo), immunitaria ed escretoria (attraverso il sudore). Inoltre, essa possiede alcune importanti funzioni che investono la sfera psicologica.
La pelle, infatti, rappresenta la prima zona di contatto con il mondo esterno ed il mezzo che permette di entrare in relazione con gli altri. È la sede dei rossori, dei pruriti e delle eccitazioni ma anche degli abbracci e delle carezze, perciò del contenimento emotivo e affettivo ed è quindi una zona di incontro ravvicinato ed intimo con l’altro. Non vi è nessun altro organo che più della pelle sia indicativo delle reazioni emotive e della relazione con il mondo esterno. Il desiderio di calore e di contatto, così come arrossire o sbiancare, avere la pelle d’oca e sentire un prurito o una repulsione epidermica non sono altro che dimostrazioni comuni del rapporto diretto tra emozioni e sistema dermatologico.
Quando si hanno esperienze emotive particolarmente negative e stressanti, ci si può predisporre a reazioni epidermiche eccessive e dannose nei confronti di agenti fisici, chimici ed infettivi, sovraccaricando la funzione di difesa che normalmente la pelle possiede. Di conseguenza le reazioni della pelle possono essere spesso molto evidenti, violente e difficili da gestire e accettare. Da tempo è noto poi che nei soggetti maggiormente predisposti i disturbi emozionali possono aggravare o ritardare la guarigione di malattie cutanee o stimolarne la ricaduta.
Per più di 50 anni psicologi e psicoanalisti si sono occupati di studiare la pelle in quanto veicolo di espressione emotiva e mezzo di comunicazione con l’altro. Oggi si sa che un ruolo fondamentale è giocato dal delicato rapporto tra stress quotidiano e ormoni. Di frequente il livello di stress che il soggetto percepisce dipende dalle reazioni emotive automatiche della sua personalità agli stimoli esterni. Gli ormoni, invece, costituiscono un anello intermedio di congiunzione tra le esperienze psicologiche e le riposte somatiche ma risentono anche dell’influenza del sistema immunitario che può diminuire la resistenza a fattori infettivi altrimenti sotto controllo.
Si deve considerare anche l’impatto del trauma psicologico e più precisamente l’aspetto dello stress-psicosociale derivante da rilevanti avvenimenti esterni con un notevole impatto relazionale come lutto, abbandono, divorzio, perdita del lavoro, trasloco, indebitamento, problemi scolastici o emarginazione.
Tutte queste esperienze suscitano minaccia o perdita e attivano di conseguenza delle emozioni come ansia, rabbia, dolore, tristezza, colpa o vergogna. Tali emozioni danno poi origine ad atteggiamenti difensivi (attacco, fuga, immobilità) che hanno un corrispettivo nel sistema nervoso autonomo e determinano una risposta multipla (a livello nervoso, ormonale e immunitario). In base alla diversa personalità di ciascuno gli eventi traumatici hanno uno specifico impatto, modificando il delicato equilibrio tra reazioni emotive di base (temperamento, carattere), sistema endocrino (ormoni) e immunitario. Per questo motivo, perciò, anche se vi sono delle precondizioni note, come le infezioni virali, batteriche o micotiche, la risposta ad esse può essere molto diversa da soggetto a soggetto. Inoltre, nel determinare il decorso di queste malattie, che possono essere episodiche o croniche, intervengono anche fattori psicosociali che ne influenzano l’esito. In genere, poi, la percezione dei sintomi ed il loro significato sono associati alla percezione dell’immagine corporea e alle rappresentazioni mentali che l’individuo ha di se stesso e degli altri. Da ciò si comprende che è molto importante per il soggetto possedere la capacità di elaborare psicologicamente gli affetti, poiché se tale capacità è assente o presente in forma ridotta, le emozioni resteranno nelle sedi corporee dove ha avuto origine la loro percezione senza acquisire significato. Alla base della cura e terapia del soggetto che manifesta somatizzazioni vi è, infatti, lo sviluppo di capacità di simbolizzazione e di elaborazione psichica delle vicende affettive e relazionali che lo coinvolgono. La psicoterapia che si occupa di trattare queste problematiche ha lo scopo di promuovere la capacità psichica di percepire, riconoscere e distinguere le sensazioni e le esperienze non elaborate. Le sensazioni connesse all’immagine di sé e alla propria integrità corporea, che provengono dalla superficie delle diverse parti del nostro corpo, sono inconsciamente cariche di significati simbolici multipli che conservano la memoria sensoriale delle esperienze vissute dal soggetto. Perciò, la dermatite, l’orticaria, la vitiligine, l’acne, la psoriasi sono tutte patologie che esprimono un disagio nascosto e segnalano un confine con il proprio ambiente che non è più in equilibrio. Con i disturbi cutanei si manifestano i conflitti emotivi e la difficoltà nell’esternare e condividere le proprie emozioni, tenendole latenti, perché in genere vengono ritenute dalla persona negative e quindi cattive. Sorgono quindi difficoltà per lo più relazionali e conflitti legati all’accettazione o al rifiuto di sé stessi e degli altri. Certamente in questi casi è importante ricorrere a cure dermatologiche ma la componente psicologica sull’insorgenza e cronicizzazione della patologia ha un ruolo importante, anche perché le malattie dermatologiche causano disagio psicologico e problemi di autostima con sentimenti annessi, determinandone spesso un circolo vizioso.
Dr. Raffaella Pantini
l'immagine è stata presa da instagram ed è di @byfalconetti che ringrazio

Commenti

  1. La mano si avvicina alla testa, fonte di problemi, e inizia a grattarsi molto forte.
    Questo gesto viene utilizzato soprattutto per esprimere un momento di disagio in cui non si trova la soluzione a un problema.

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